articolo#1: nuove sostanze
Mies Van Der Rohe, chiudendo il congresso del Werkbund a Vienna nel 1930, disse: "Il tempo nuovo è una realtà; esiste indipendentemente dal fatto che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo. Non è né migliore né peggiore di qualsiasi altro tempo, è semplicemente un dato di fatto ed è in sé indifferente ai valori. Quel che importa non è il 'che cosa' ma unicamente e solo 'il come'".
Da quando studio e mi occupo più in generale di architettura, un dubbio ha sempre caratterizzato le mie scelte: cosa dovrebbe essere l’architettura? (e ancora) quale ruolo deve avere l’architetto nello scenario contemporaneo?
Giusto limitarsi al “come”? Il ruolo di colui che ha la responsabilità di modificare il territorio deve essere più esteso. Deve cercare di capire cioè, quali sono le reali condizioni della nostra civiltà (e non solo società) più a lungo termine, e possibilmente programmare un modello che significhi miglioramento delle condizioni di vita: vero sviluppo.
Inoltre, è contestabile, che la nostra società sia intesa come, per così dire, software. Può essere vero per le nostre scelte estetiche, o magari anche politiche, ma nella realtà delle cose la società occidentale (ma più in generale la civiltà occidentale) è ancora profondamente e necessariamente legata all’ hardware.
Forse la differenza è proprio questa: la nostra società si può definire software, la nostra civiltà no.
La comunicazione , ad esempio, è solo una sovrastruttura, che può essere condizionante, ma sicuramente non è vitale.
Il fatto che ciò che produciamo è immateriale e leggero (onde elettromagnetiche, Mb ecc..), non vuol dire che non ci sia dipendenza dall’ hardware.
Basta fare un’osservazione molto semplice, fino a 10 anni fa un PC consumava come una lampadina, ora i PC di ultima generazione consumano come lavatrici: è un discorso entropico, man mano che si digitalizza il digitalizzabile si aumenta il grado di complessità del sistema, per cui si consuma una quantità di energia maggiore
Cos’è che ha reso la nostra società così ricca e sviluppata? E che permette ancora oggi di avere una disponibilità di mezzi e risorse enormi?
La risposta è molto semplice: il controllo, la gestione e la disponibilità di risorse energetiche. Dalla nostra abbondanza alimentare alla enorme mobilità di cui godiamo, tutto deriva dal controllo delle risorse energetiche. Molti istituti di ricerca internazionale (su tutti il MIT , ma anche l’IEA International Energy Agency) parlano di crisi energetiche imminenti.
Ora senza soffermarsi troppo su cosa comporterà questo (considerando che le fonti rinnovabili non potranno che fornire solo il 30% dell’energia consumata attualmente, per cui il gap energetico non potrà essere colmato da uno shift tecnologico) , è chiaro che mettendo le cose in questa prospettiva le priorità cambiano.
Le sostanze citate, quindi, appartengono ad un livello alto che riguarda la società, ma la civiltà sta sotto.
Ricapitolo:
basso livello: hardware, controllo e produzione energetica> fondamento della nostra civiltà
alto livello : sotware, le sei sostanze>caratterizzazione della nostra società
è chiaro che se il basso livello non funziona, tutto quello che diciamo sull’alto livello è inutile.
Come si può tradurre la volontà di controllare e di rispettare il basso livello? Con un concetto molto semplice (che dovrebbe essere la sostanza primaria del nostro tempo) quello di sostenibilità.
Dovrebbe essere il concetto fondante su cui si basa ogni attività produttiva, non solo quella insediativa. E qui apro una parentesi. Noi parliamo del movimento moderno come di un linguaggio. Questo può essere vero in parte. In realtà il movimento moderno è un insegnamento di un metodo ed ha un valore storico oggettivo: aver legato la categoria estetica a quello di funzionalità.
Questo cambiamento è assoluto, è di importanza universale per lo sviluppo della società occidentale. È un po’ come il concetto di proporzione e armonia nell’era classica. È un apporto universale, sono quei contributi culturali che ogni epoca lascia alle successive.
Bè io credo che la nuova architettura debba proporsi la volontà di stabilire un nuovo senso della bellezza legato all’etica ed al rispetto più profondo della nostra condizione umana su questo pianeta.
Qualcuno parla di architettura autoreferenziale anti_umanistica (eisnman) :la condizione dell’umanità è tanto felice da porsi il problema di fare costruzioni che devono autoreferenziarsi? Credo che questo tipo di atteggiamento sia legato alla corrente che negl’anni novanta ipotizzava, dopo la fine della guerra fredda, il concetto di fine della storia: si credeva cioè che finito il comunismo tutto il mondo avrebbe vissuto contento e pacificato. Insomma un concetto vecchio e decrepito.
Visto che le macro crisi globali sconfessano questa idea è chiaro che il ruolo di chi deve costruire il mondo del futuro debba essere molto più attento e cauto, e soprattutto più dentro ai veri problemi.
Insomma non limitiamoci a fare un’ istantanea della nostra civiltà, cerchiamo di capire le vere crisi esistenti e quelle che arriveranno, convinti nella possibilità di portare l’estetica del nostro tempo ad abbracciare la categoria dell’etica: sarebbe vero sviluppo.
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